Con il passare degli anni e con il susseguirsi di elementi calamitosi sempre più frequenti, la normativa italiana in materia di permeabilità dei suoli relativa alle nuove costruzioni e alle ristrutturazioni di spazi pubblici e privati ha per forza di cose dovuto adeguarsi alle nuove tendenze in atto e prevedere specifici obblighi.
In questo articolo cerchiamo di fare chiarezza, mostrando lo stato dell’arte attuale su questa materia, con l’augurio che il consumatore sia nelle condizioni di fare una scelta sempre più sostenibile e nel pieno rispetto della legge.
Alcuni fatti preliminari: gli orientamenti europei
Il dialogo che ha dato inizio all’aggiornamento della normativa che interessa questo articolo ha avuto inizio nel lontano 2003, con la determinazione di diversi obiettivi a livello comunitario i quali – tra le altre cose – hanno posto in primo piano la riduzione dei consumi di energia, l’efficientamento energetico e l’incremento delle attività di recupero, riuso e riciclo dei materiali nel comparto edile.
Da quel momento hanno preso avvio numerose azioni scandagliate negli anni, avviate a seguito di comunicazioni della Commissione Europea per l’ambiente al Consiglio ed al Parlamento europei, che hanno infine portato all’attivazione dei Piani di Azione Nazionali (PAN o NAP): si tratta di strumenti che incoraggiano gli acquisti “verdi” di da parte delle pubbliche amministrazioni, promossi con la convinzione che agire dapprima sugli appalti pubblici fosse un atto di grande stimolo per guidare le tendenze anche nel privato.
L’Italia ha mostrato una certa ricettività nei confronti di tali orientamenti, disponendo già dal 2008 l’adozione del PAN per orientare gli acquisti della Pubblica Amministrazione.
La situazione in Italia: l’adozione dei Criteri Ambientali Minimi in edilizia
Dopo l’adozione del Piano d’Azione Nazionale, l’Italia ha proseguito il suo percorso di adeguamento ai nuovi orientamenti europei attraverso numerosi provvedimenti, fino ad arrivare al DM dell’11 gennaio 2017, il quale ha disciplinato l’adozione di Criteri Ambientali Minimi (CAM) per il 100% del valore d’appalto per i capitolati delle opere pubbliche nei comparti afferenti ad arredi interni, edilizia e prodotti tessili.
Il decreto ha inoltre disposto che gli stessi CAM dovessero costituire la base per stabilire i criteri premianti per la valutazione dei diversi progetti in gara. L’allegato 2 al decreto ha quindi introdotto i criteri obbligatori che riguardano specifiche tecniche per gruppi di edifici, per il singolo edificio, per i componenti edilizi e per il cantiere. Di seguito proponiamo una panoramica di ciascuno.
I criteri ambientali minimi per gruppi di edifici
Tra i criteri obbligatori per i gruppi di edifici figurano la riduzione del consumo di suolo e il mantenimento della sua permeabilità, la riduzione dell’impatto sul microclima e sull’ inquinamento atmosferico.
Per i nuovi edifici o per la riqualificazione degli esistenti, dovrà sussistere una superficie permeabile per almeno il 60% della superficie di progetto, ottenibile prevedendo superfici verdi, pavimentazioni con maglie aperte, elementi grigliati e così via.
Discorso analogo vale per le superfici urbanizzate pedonali e ciclabili, che per limitare l’impatto sul microclima e sull’inquinamento atmosferico dovranno obbligatoriamente essere permeabili (superfici verdi, pavimenti drenanti, con maglie aperte, grigliati e così via) e recare un Indice di Rifrazione Solare (SRI – Solar Reflectance Index) di almeno 29 (che sale a 79 se il rivestimento riguarda coperture su edifici con pendenza entro il 15%). Quanto appena detto vale anche per le strade carrabili e parcheggi negli ambiti di protezione ambientale (es. parchi ed aree protette) e pertinenziali a bassa intensità di traffico. Nel prossimo paragrafo approfondiremo l’indice SRI in un breve focus.
Proseguendo, nell’allegato si parla anche di infrastrutturazione primaria, relativamente alla quale è stabilito che “ogni qualvolta si intervenga con la sostituzione di una pavimentazione e non sia praticabile l’impiego di superfici a verde, si devono impiegare pavimentazioni di tipo “freddo”, scelte tra prato armato, laterizio, pietra chiara, acciottolato, ghiaia, legno, calcare e optare per gli autobloccanti permeabili”. Il testo continua affrontando il tema della raccolta, depurazione e riuso delle acque meteoriche, per cui “le acque provenienti da superfici scolanti non soggette a inquinamento (quindi marciapiedi, aree e strade pedonali o ciclabili, giardini e così via) vengano convogliate direttamente nella rete delle acque meteoriche e poi in vasche di raccolta per essere riutilizzate a scopo irriguo o per alimentare le cassette di accumulo dei servizi igienici”. Ciò non vale per le superfici soggette a inquinamento (tipicamente, le strade carrabili), per le quali le acque non potranno defluire direttamente nel sottosuolo, se non dopo essere sottoposte a disoleazione e depurazione in appositi sistemi di raccolta.
Focus sul Solar Reflectance Index – SRL. Cos’è e a cosa serve?
Diamo ora una risposta ad una domanda che piuttosto comunemente sopraggiunge quando si parla di SRI, ovvero: qual è l’obiettivo di prevedere dei rivestimenti con un alto indice di riflettanza? In breve, l’obiettivo è quello di ridurre l’effetto “isola di calore”, ovvero l’effetto per cui all’interno delle superfici urbanizzate la temperatura è mediamente superiore di 2-3° rispetto alla periferia.
L’indice di riflettanza è infatti un indice composito, calcolato sulla base di emittanza e riflessione del materiale secondo la normativa di riferimento ASTM E1980.
Il fine del criterio che chiama in campo la riflettanza è dunque da ricercarsi nella riduzione dei costi di condizionamento estivo e dell’inquinamento che ne consegue, essendo ormai comprovato il fatto che i metodi di rivestimento esistenti sul mercato sono molto diversi in termini di contributo alla generazione o al contrasto delle isole di calore.
Esistono sistemi di rivestimento molto “caldi” e sistemi di rivestimento più “freddi”. Tipicamente, l’asfalto è tra i sistemi di rivestimento che più di tutti contribuisce alla formazione di isole di calore. Le pavimentazioni in calcestruzzo, di contro, danno generalmente luogo a superfici di gran lunga più “fredde” e pertanto in grado di contrastare il fenomeno.
Per dovere di cronaca, specifichiamo che anche all’interno della categoria delle pavimentazioni in calcestruzzo possiamo trovare ampia variabilità nell’indice SRI, che dipende strettamente dal fattore “colore”. Un calcestruzzo scuro, ad esempio color antracite, recherà un SRI di molto inferiore rispetto ad un calcestruzzo pigmentato bianco, il quale mostrerà un SRI tra i più elevati che è possibile riscontrare. Nel mezzo esistono dunque numerose possibilità, meglio descritte dall’immagine di seguito.
I criteri ambientali minimi per singolo edificio
Per quanto riguarda le specifiche tecniche del singolo edificio, troviamo tra i CAM obbligatori il “Piano per il disassemlaggio e la demolizione selettiva dell’edificio” per consentire il riutilizzo/riciclaggio dei materiali e dei componenti edilizi.
Per i componenti edilizi troviamo, tra i CAM comuni a tutti i componenti, la disassemblabilità dei componenti edilizi per almeno il 50% in peso, di cui almeno il 15% non strutturale. Inoltre, la materia recuperata e/o riciclata deve essere almeno il 15% del peso totale di cui almeno il 5% non strutturale.
I criteri ambientali minimi per singoli componenti edilizi
In merito ai singoli componenti edilizi che interessano in questa sede, troviamo l’indicazione di prediligere l’adozione e posa in opera di elementi prefabbricati in calcestruzzo, e che tali elementi debbano avere una composizione per almeno il 5% del peso derivante da materie riciclate, recuperate o derivanti da sottoprodotti.
L’applicazione dei CAM è diventata di grande attualità per i produttori e anche per i privati, dal momento che i materiali impiegati devono rispettarli per poter rientrare tra i materiali previsti dell’Ecobonus 110%.
Le disposizioni sulla superficie di suolo da mantenere permeabile
La normativa nazionale non contempla tuttavia gli aspetti specifici legati all’impermeabilizzazione dei suoli, la cui disciplina è demandata alle norme e alla pianificazione urbanistica locali.
Possiamo affermare che in genere i regolamenti locali prevedono che la percentuale da mantenere permeabile sia almeno uguale al 25% della superficie edificabile. È possibile di certo trovare limiti più severi, ma mai inferiori.
Come rispettare i Criteri Ambientali Minimi nella scelta della pavimentazione per esterni?
L’applicazione dei CAM quando si tratta di rivestire una superficie esterna con una pavimentazione, richiede di rispettare alcuni punti cardine, che riassumiamo di seguito:
- scegliere materiali prodotti con limitato uso di risorse naturali: in questo caso, le pavimentazioni in calcestruzzo sono da preferire, ad esempio, alla pietra naturale, per la cui estrazione è necessario un lavoro di depauperamento del patrimonio naturale tramite l’apertura di nuove cave;
- scegliere materiali prodotti con limitato uso di energia e emissioni di CO2: in questo caso, il calcestruzzo (che è sottoposto a stagionatura a temperatura ambiente) è da preferirsi rispetto ad elementi in laterizio o ceramica;
- scegliere soluzioni costruttive e materiali completamente riutilizzabili dopo eventuale smontaggio: in questo caso gli autobloccanti in CLS, che sono posati a secco, sono da preferirsi rispetto ai materiali “gettati in opera”;
- uilizzare pavimentazioni di tipo “freddo” ad alta riflettanza. Anche in questo caso, le pavimentazioni in calcestruzzo sono da preferirsi rispetto ai rivestimenti bituminosi;
- utilizzare pavimentazioni ad elevata permeabilità dove e quando sia possibile.
La migliore soluzione per esterni in conformità ai Criteri Ambientali Minimi
Per concludere, la migliore soluzione per esterni in conformità ai CAM è costituita da una pavimentazione in calcestruzzo di colore chiaro, contenente materiale riciclato, costituita da elementi posabili a secco completamente riutilizzabili e/o riciclabili in caso di dismissione.
In Siprem disponiamo di numerosi modelli in linea con tali requisiti, visionabili dal vivo direttamente nel nostro showroom, guidati dai consigli e dagli approfondimenti del nostro personale esperto.